Attraverso la personale “Zoetica”, Giulia Santarini dimostra di essere riuscita ad affrancarsi dall’antropocentrismo che fin troppo spesso ha caratterizzato e caratterizza in generale la scultura come arte figurativa. Passando attraverso un minuzioso ed elaborato processo di assemblaggio di unità e sfruttando appieno le potenzialità della meccanica, l’artista lucchese riesce a veicolare un forte messaggio di natura morale ed etica (peraltro già presente nel titolo): chi osserva le opere prende coscienza di un modo animale non addomesticato e con una propria organizzazione, un insieme di popoli, ciascuno con una propria organizzazione, e della
necessità di rispettare la Terra che ci ospita tutti. Gli animali, soggetti d’elezione dell’artista, vengono qui presentati e rappresentati in tutto il loro fascino, decontestualizzati dall’habitat naturale fino a renderli cittadini del mondo; trasfigurati in parte, attraverso trasparenze, giochi prospettici, loop meccanici rigidi e schematici che pure sanno sfoggiare un originalissimo slancio vitale attraverso il movimento, sia questo effettivo o anche solo intuito da chi osserva, presagito come imminente o appena trascorso.
Testi di Alessandro Romanini (curatore) e Giulia Santarini.