ARTE ALFABETO UNIVERSALE
FRÉDÉRIC BRULY BOUABRÉ

Riconosciuto come uno dei padri dell’arte contemporanea africana, l’ivoriano Frédéric Bruly Bouabré, figura eclettica nell’accezione più elevata del termine, è stato autore, nel corso della propria esistenza, di un’opera quanto mai complessa ed articolata. Resosi incarnazione di una vera e propria missione culturale, guidata da una vocazione divulgatrice e didattica, Bouabré, ribattezzatosi poi Cheik Nadro, Colui-che-non-dimentica, è stato, oltre che artista figurativo, anche poeta, antropologo, insegnante, nonché creatore del ricchissimo alfabeto pittogrammatico (ben 448 pittogrammi) del proprio popolo, i Bété. 
La mostra Arte Alfabeto Universale, evento che ha contribuito a “dipanare una storia africana che ha il suo epicentro a Lucca” (Alessandro Romanini), ha saputo aprire una grande finestra su un mondo agli antipodi, un mondo apparentemente dimenticato, che pure già in passato si era intrecciato in modo significativo con la città. Le sale del Palazzo delle Esposizioni hanno ospitato un’arte luminosa, pervasa in ogni sua opera dal calore di un sole inestinguibile e di un sorriso universale, terrestre ed extraterrestre al tempo stesso; caratterizzata da tratti volutamente primordiali, ancestrali e mitologici, sì, ma comunque costantemente capace di proiettarsi nel futuro, di farsi strada verso nuovi orizzonti culturali. Frédéric Bruly Bouabré, silenzioso e al tempo stesso pop (così pop da firmare uno Swatch – lo Cheik Nadro, special edition del 1996), ipnotizza e rapisce lo spettatore, trattenendolo all’interno di una dimensione artistica che, per più di una ragione, travalica la Terra rendendosi comprensibile a tutti, in ogni luogo e in ogni tempo.
Mostra e catalogo a cura di Alessandro Romanini.